lunedì 26 marzo 2018

venerdì 23 marzo 2018

Attesa


Io sotto l’albero
l’albero
sotto la luna
bianca lucente falce
rami scuri.
M’innamoro d’un verso
nel gelo dell’attesa.




Robert Delaunay, Circular forms, Sun no.1






lunedì 19 marzo 2018

Val d'Orcia

Distende la linea dei declivi
una verde serenità
di tempo immoto,
trasfigura l’assenza del declino,
il sembiante voltato della morte.
Vana la pretesa della furiosa
coltre dei nembi ,
vana la luce traboccante e fatua
dall’orlo greve e scuro delle nubi
: nulla sottrae dall’insita oblazione
questa nitida madre d’eterno.


Foto mia




mercoledì 14 marzo 2018

Capelli


Persi e rimpianti
tagliati e tinti.
Ricresciuti.
Lunghi, lucidi, lisci,
ora crespi, 
a chiazze.
Finti, corti,  pianti.
Cornice e manto.
Lotta e canto.


Sandro Botticelli, ritratto di profilo di una ragazza


domenica 4 marzo 2018

Una lettura: Volevo tacere di Sándor Márai, Adelphi 2017, traduzione di Laura Sgarioto


Ho concluso oggi la lettura di Volevo tacere di Sándor Márai, (Adelphi 2017, traduzione di Laura Sgarioto), diario e affresco della vita ungherese nel decennio che precede e che segue il giorno dell’ingresso di Hitler a Vienna. Márai scrive in maniera manifesta dal punto di vista della classe a cui si onora di appartenere, la borghesia colta e illuminata preparata a fare da battistrada all’emancipazione da anacronistiche forme feudali e a cogliere, come emerge nei ritratti di alcuni suoi rappresentanti, i segni inquietanti dei tempi narrati. È proprio l’inquietudine che serpeggia tra le pagine il filo conduttore che si dispiega nello svolgersi delle vicende, l’ombra che dà risalto a tutta la narrazione, che accompagna la sofferenza del ritorno agognato e doloroso  nella città natale irriconoscibilmente consegnata al nazismo; l’ombra e che si fa da parte, ma non si allontana nella resa dei lineamenti biografici e politici di István Bethlen. Il pensiero è andato al protagonista di Le braci, alle descrizioni agghiaccianti del corso del Danubio nelle pagine de La donna giusta,  ai cambiamenti di cui sono testimoni i protagonisti degli altri romanzi letti. La speranza è sempre nella lettura accorta di pagine che tengono a bada il tragico nella compostezza della forma, capacità a cui ci dobbiamo rieducare: la lettura accorta come esercizio di superamento della superficialità imperante;  la compostezza della forma come scelta che consente il distacco necessario a rielaborare la passione, cogliere i segni degli eventi ed esercitare l’intelligenza del dialogo e del decentramento.

Di Volevo tacere parla anche Maurizio Ceccarani nel suo blog il gufo ignorante.







Versi per un dolore


Mi sanguina il cuore
testimone incredulo d’offesa
per lo strazio provato nel vedervi
falsi provati nell’atto meschino.
E vi spero razzisti per un giorno
un brutto gioco che non v’appartiene.
E tengo a bada la disperazione
il buio che mi è crollato dentro
e con le parole scelgo i fatti:
con altri occhi varcherò la soglia
che vi tolgono veste d’innocenza,
ma vi spero ancora aperti al sogno
all’accoglienza a un cuore nuovo
al cambiamento che da voi s’attende.


Paul Klee - Geöffnet , 1933

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