martedì 30 dicembre 2014

Viatico


Ti ho affrancato
Con un bacio
Sulla fronte gelida
Viatico al tuo andare
Di  verità taciute
Non ho parole
Che  non siano
Amare
Non ho perdono
Solo
L’umana sorte
E la pace di chi prende
I fatti e le ragioni
A stargli accanto.


Caspar David Friedrich - Viandante sul mare di nebbia 










venerdì 19 dicembre 2014

Con gli occhi chiusi


Ho sognato un cielo pieno di stelle
E solo ora ho capito che era un sogno
Un’immagine che all’alba volevo mostrarti
Prenderti per mano e farti voltare
Per guardare il cielo  
Dentro con gli occhi chiusi.  



Vincent Van Gogh - Notte stellata sul Rodano




mercoledì 10 dicembre 2014

Canto del disapparire


Non ho voce
Se non ascolti
E taci

                Bianche di schiuma
                Le onde si rifrangono

E io in evaporare dispersa
Mi trattengo

Canto del disapparire .



John William Waterhouse - Sketch for a Mermaid









lunedì 24 novembre 2014

Sottrazione


Come un bambino attratto da un nuovo luccichio
Vorrei distrarmi dal gioco che cospira
Seguire incantata granelli di silice
Rovistati da passi accelerati di formica

Tutto si scontra o si schiva per un soffio
E noi a porre una illusione d’ordine
A opere e parole che ci vorticano intorno
E percorrono lo spazio in entropia

Ci sottragga la grazia di uno sguardo da amante
O una conchiglia d’orecchio in cui risuoni
Un crepitio d’incendio che avvampa le ragioni
E un mormorio di mare ad abitare il cuore.


foto mia 




ualquaq


giovedì 13 novembre 2014

Di un paradiso perduto


Volevo restare a guardare la pioggia dietro i vetri
O le foglie gialloverdi che incorniciano la lontananza
E la strada lucida di pioggia del viale
In questo autunno troppo vicino
A una mancanza di malinconia
Che costringe all’angolo la bellezza residente
La scorge con la coda dell’occhio
Per il tempo di un sussulto
Disorientamento della perdita,
Di un paradiso perduto.

ueqqqqqq


Hiroshige Utugawa - Gufo su un acero sotto la luna piena





lunedì 3 novembre 2014

È un attimo


Le ore vanno via
Mi lasciano sommesse
Quasi in punta di piedi
- È un attimo - 
Guardarsi indietro
E scorgere attese
Sedute agli angoli
Con lo sguardo assente
Non dicono parole
E non mi riconoscono.

Avremo pace un giorno.

Edward Hopper - At the wind




domenica 26 ottobre 2014

Partenza


Ti sarebbe piaciuto
Partire col respiro del mare
Da questi scogli scabrosi
Come la tua vita scomoda
Taglienti come crudeltà fatali
Frantumate nel moto dell’onda
Sotto una falce di luna che acquieta
Il limitare del giorno.


Lungomare - foto mia 





EriK Saie: Gnossienne I-II-III




mercoledì 15 ottobre 2014

Città


A diverse misure, passi d’uomo,
ritmi di marcia, di pensiero, di vene,
a diverse distanze.
E il sole cantava la sua gloria indifferente
Sui finestrini delle auto in movimento
                Sarebbe potuto scendere un dio.

Ho preso il biglietto dell’autobus dalla tasca della borsa
Per il viaggio di ritorno.

Ho mancato il dio.



Paul Klee - Palloncino rosso






Marvin Gaye - Inner City Blues




lunedì 6 ottobre 2014

L'indeterminato


Arranchiamo
Poveri di noi
Senza pensieri adatti 
Recitando parole usate
Come cenci lustrati
Per didascalie inefficaci
Alla riduzione coatta
Dell’indeterminato
Che si lascia cadere
Su contorni d’alberi
E profili d’abitati
Congiunge slabbrature
E declina il sentire
Al caso del cuore
E ti entra nei polsi.



Caspar David Friedrich - Viandante sul mare di nebbia







mercoledì 1 ottobre 2014

A volte è l'attimo

 
A volte è l’attimo
Sospeso nel respiro
Che ci salva dal passaggio di frontiera
Dai richiami di tocchi squillanti
Di crogiolature lattiginose e bigie

In punta di piedi
Percorriamo instabili
Giorni incerti puntellati su attese
- Maschere per fatti inconsistenti –

Restiamo incerti al limite
Trattenuti sul filo immaginario
Che contorna una stella precaria.



Cristina Bove -  Sul filo









venerdì 12 settembre 2014

Tempo e mutamento


Nascosto nelle pieghe
Delle palpebre chiuse
Il tempo si dilegua
Sui sogni affacciati
Nell’ora che strascina
Polvere e desideri
Come il velo bianco
di una sposa stanca
che ferma  sulle scale
coglie in un solo attimo
centro e  periferia del mutamento.


 Dante Gabriel Rossetti - Marie Spartali Stillman 



Scene dal film "Anna Karenina"- Regia di Bernard Rose - 1997
Musica di Dimitri Shostakovich - Walzer n. 2



venerdì 5 settembre 2014

Nei giorni di settembre


Avevo il passo stanco
Per eccesso di andare
E tutto ciò che ho visto
È diventato io
E ciò che ha raggiunto
Sfiorato i miei monologhi
S’è riversato in me
Scorre nei meridiani
Che mi segnano  l’anima
Convergenze polari
Nei giorni di settembre.

Paul Klee- Chiaro di luna


 Arvo Pärt - Tabula rasa




martedì 2 settembre 2014

Inganni e sguardi


Non dovrei lasciarmi prendere
Dall’inganno dei tempi
Attese e sospensioni divorano i giorni
E le speranze soffrono di una caduta di stile 
A mascherare vuoti e decadenze senza peccato 
Rovine distese in spazi invalicabili
Percorsi dal respiro del mio prossimo.

Dovrei avere uno sguardo che non finge
Sfumature di contorni e arrivare al centro
Senza voler fuggire o indietreggiare
Come accade solo nella verità degli amanti
Che si disegnano l’anima di sguardi e restano
Esattamente dove sono e in altro luogo. 


Lord Frederick Leighton - The Golden Hours



  



martedì 26 agosto 2014

Cerchi nell'acqua


Sganciata dal procedere dell'ora
Seguo con il dito la catena degli eventi
Li incasello in avanzi di pensiero che intrecciano
Incombenze di cucina e  vuoti d’aria
A vertigini di orrori e ripetizioni d'idiozie
Diffuse come cerchi a pelo d’acqua 
Da lanci puerili  a rimbalzello.
E potrei incantarmi-incatenarmi sulla riva
Ammaliata dall'onda circolare 
Se non fosse orfana della vera meraviglia
Che scintilla negli occhi di chi crede 
A voli d’aquiloni sulle spiagge.

Foto dal web

ue



martedì 19 agosto 2014

Impronte sulla sabbia


Impronte sulla sabbia
Effimeri residui
Che la brezza disfa
E che l’occhio  intento
A scrutar l’orizzonte
Trascura di guardare
Perduto nel contorno
Di isole lontane
Oltrepassando il segno
D’ involontarie trine.

  
Impronte sulla sabbia - foto mia





sabato 16 agosto 2014

Luna di mezzo agosto


Luna di mezzo agosto
Da poco sorta a segnare
Contorni d’alberi con luce calante
Sfumi il mio sonno il tuo perduto splendore
E culli il tuo ritorno la mia nostalgia di vederti
Rifranta in scintille su spicchi di mare
Che mormorano risposte
Tra l’acqua e la terra.



Opera di Kawase Hasui





sabato 9 agosto 2014

Un variare minimo


Su fiumi d’inchiostro
Galleggiano frasi ad effetto
Mostrano ferite inferte
Tra parole e schegge
Nelle carni
Tra macerie.

Dopo il punto la vita cambia segno:
Il bambino è il variare minimo
Di una percentuale
Quel poco più di nulla
Che aveva il mondo nello sguardo.

Ora è disincarnato in analisi e statistiche.
L’hai guardato negli occhi mille volte
Era il figlio del vicino
Era tuo padre quando andava a scuola
Le tue compagne e compagni delle elementari
Gli amici dei giochi.
Siamo noi.



Giampaolo Minuti Innocenti







giovedì 7 agosto 2014

Prima di essere sassi


Attraversati da bagliori
Che inchiodano su pietraie riarse
Tendiamo i sensi al cielo
Ché riversi su noi pietà perdute
E nutra di un tacer che risani
Afasie da sgomento
Per dire la parola
Prima di essere sassi. 



Giacomo Balla - Velocità più paesaggio










domenica 27 luglio 2014

Fermata


Bilanciamo attese  
Agganciate allo Zenith
E misuriamo possibilità
Nei gesti compiuti
Uguali e diversi
Ogni volta che arriviamo
Echi di parole scambiate
Sedimenti di stanchezze trascinate
Dallo scorrimento del traffico
Pensieri rivolti a un anelito d'esistere.
Ora non abbiamo che l’attesa
E sogni.

Edward Hopper - The City

giovedì 3 luglio 2014

L’esilio di Eva


Al limitare del sogno
si avvede sgomenta
dell’angelo
che terribile
la attende

- Eva
esiliata
del nome
di madre -

E ora è donna
che conosce e dice.


Benedetto Gennari - Sibilla Persica



Arvo Pärt: In Principio: Erat lux vera








venerdì 20 giugno 2014

Ophelia


Avvinghia il pensiero  
l’ombra che torna
per una questua di sopravvivenza.

Non cambiarle il nome:  
per la caduta non ci sono appigli,
finzioni  soccorrevoli di sorta.

Fuori trillano i passeri
E le cornacchie se ne stanno mute.

Arthur Hughes - Ophelia (second version)



martedì 17 giugno 2014

Slegato dal procedere del tempo

Inizio oggi a pubblicare sul mio blog uno scritto che è apparso domenica scorsa, 15 giugno su filosofi per caso. Qui e ora mi pare importante riprendere la figura del divenire come scorrere di una corrente che è variata da una molteplicità di cose, ad alcune delle quali concorriamo noi stessi, e l'immagine dell'identità che si forma in questo fluire incostante e di cui spesso diventiamo consapevoli nei momenti meno trasparenti. Il momento in cui l'identità ci si fa presente è sempre un inizio per rinnovare noi stessi e per dare origine al nuovo. Dovremmo pensare che questa facoltà non appartiene a noi in via esclusiva, ma anche all'Altro. Per tutti è un momento slegato dal procedere del tempo, un momento che, pur contenendo in sé i legami di causa - effetto, si verifica solo con il crisma del prodigio, ed è lo spazio di questo prodigio che dobbiamo creare in primo luogo. 



Come pietre e ghiaia nel letto di un torrente,  il caso, le scelte, la progettualità,  variano il corso del nostro divenire: tratti in cui l’acqua scorre limpida, a volte calma, altre impetuosa per il contrasto con i massi, altre ancora vorticando in mulinelli che ne trattengono il fluire. Non siamo mai uguali a ciò che eravamo:   siamo permeabili al sogno, al ricordo e all’attesa.  
Nel fluire della nostro personale racconto, ci capita di bagnarci in acque agitate in cui si rispecchia   l’immagine che reca in sé il nostro significare e si riverbera in giochi di luce ed ombra la forma incompiuta della nostra creazione. Nel momento in cui ci incontriamo soggetti della  narrazione, dell’espressione, non solo scritta, che supera,  trascende e non misconosce il quotidiano, creiamo noi stessi. Sullo sfondo scorgiamo reti di relazioni su cui si staglia il momento del nostro inizio. Sempre ripetibile, costantemente rinnovabile, slegato dal procedere del tempo, l’inizio è facoltà in cui ci rinnoviamo e diamo origine al nuovo che ci rigenera, alla diversità che segue l’affrancamento dal consueto[1].




[1] Agostino di Ippona parla di “capacità di inizio” trattando del libero arbitrio e Hannah Arendt, interprete del pensiero di Agostino, elabora per esso la categoria della natalità. Per quanto riguarda la narrazione come riconoscimento del sé, credo che si possa parlare di inizio in vari punti cruciali, non solo nell’incipit. 


Benjamin Britten - Four Sea Interludes from "Peter Grimes"

venerdì 13 giugno 2014

Carte sparse

Ho scritto questa poesia circa tre anni fa in un momento difficile ma allo stesso tempo pieno di speranza e di nuove sensazioni che si affacciavano sulla mia strada. Era un nuovo inizio, a cui altri inizi hanno fatto seguito.
È  stata l'autrice del blog,  DIS-NOTE, che me li ha fatti venire in mente con il suo ultimo racconto "La vita non è una partita a dadi", e mi sono resa conto che tornano prepotentemente di attualità per me, e forse per altri, in questi giorni... 

Carte Sparse

Osservo carte sparse,
confuse sul mio tavolo;
castello di equilibri
crollato in un momento:
ho visto ciò che ero  
e ho fatto la mia scelta.

Osservo carte sparse,
confuse sul mio tavolo;
la mano le raccoglie,
le studia, le accomuna,
ma non capisce il gioco
e cerca invano il fine.

Restano carte sparse
confuse sul mio tavolo;
ordine e direzione
non sono le premesse
del gioco della vita;
apro questa mano
e rischio la mia posta.

Terracina, 9 ottobre 2011

Cristina Bove - Varco-scala


lunedì 26 maggio 2014

L'estate aspetta al varco

L’estate aspetta al varco
Col suo vuoto di azzurri invadenti
E lusinghe di pensieri a buon mercato.
Sembra inevitabile aggrapparsi
A spruzzi d’onda e orizzonti
Distorti dalla calura
Obliarsi nell’ora panica
Incuranti del disfarsi del giorno
E della ferocia dei gabbiani.

Roma, 18 giugno 2013



Edward Hopper - Rooms by the sea


venerdì 9 maggio 2014

Vorrei abitare la parola


Vorrei abitare la parola
Riposta tra il sonno e la veglia
Vorrei che un tremore verde-oro
Rimasse con tratti di strada
Immaginati all’alba
Vorrei intrecciare
Volti senza incontri nelle rughe
Al dileguarsi di crepuscoli
Confini di chiarori e notti scure.

Nuvole sul mare








lunedì 28 aprile 2014

Ho attinto barlumi di stelle


Ho attinto barlumi di stelle
In acqua di pozzo,
E misurato costrutti d’essere
Su spigoli di pietre angolari
Ora vedo
L’oltre dei miei gesti
E dei tuoi sguardi
Quel divenire presente all’essenza
Che apre l’attimo all eterno. 



Artemisia Gentileschi - Autoritratto come Allegoria della Pittura



mercoledì 23 aprile 2014

A un Amore

  
L’ora si svolge e spiega
Un filo da funambolo
Teso su un vuoto da vertigine
Fino a chiome d’alberi  piegate
Per approssimarsi d’inquietudine
Percorso di fremiti di un tacer
Sublime e incontri tra le dita
Equilibri sulla polvere d’oro
Offerta da riverberi divini. 
  

 
 Cristina Bove - Sul filo



martedì 8 aprile 2014

La trama del presente

"La speranza non è la convinzione che qualcosa possa riuscire bene
ma la certezza che qualcosa abbia senso, indipendentemente dalla sua riuscita"
Vaclav Havel

LA TELA

Lavoro il filo
per la necessità di abitare il mio corpo
in un punto interior
da cui tessere un ordine preciso:

espressione organica
poema camminabile
trappola per chi non sa leggere

l'origine e l'orizzonte del segno.

Anna Maria Farabbi, La tela di Penelope, LietoColle, 2003 

Stare nel presente come in un luogo privilegiato, scoprirne le possibilità e le variazioni insite nel suo tempo e nel suo luogo. Il presente è un incontro di ricordi e di speranze, in esso allacciamo i legami con la narrazione del nostro esistere e ci riconosciamo delle qualità come approdi a cui siamo giunti dopo una navigazione.

Siamo al tempo stesso attori e narratori. È nel presente che siamo e agiamo:  la nostra azione avrà compimento nel futuro, ma è nel presente che la svolgiamo.  Agiamo con la speranza che ciò che facciamo abbia un significato che porti linfa alla nostra dignità . Esprimerci come essere umani è la massima dignità della nostra narrazione.  

Nella scena del presente fluisce uno sguardo sacro, sacro perché vede le cose così come sono, nella loro realtà germinale, scevra dalle proiezioni della debolezza umana. Ogni cosa in sé, per quanto piccola, è grandiosa perché è un piccolo punto da cui si irradia lo sguardo sull’universo. È nel presente che vediamo contemporaneamente la possibilità e l’essenza. La metamorfosi delle nuvole, la linfa che scorre nelle nervature della foglia, la polvere della strada sulle impronte delle ruote, parlano di incontri tra la terra e il cielo: ogni cosa nel presente ha la sua luce e lascia i suoi riverberi nello sguardo.

Neanche l’assenza si allontana dal convegno: è nelle speranze che non abbiamo detto, nei ricordi su cui non ci soffermiamo, nelle parole nascoste al pensiero, negli sguardi che non abbiamo agito, nelle linee che non abbiamo seguito, nell’unione di ciò che siamo e che non siamo.

Nessuna figura mi sembra esprimere il presente in modo più emblematico di Penelope e nessun simbolo mi sembra più fecondo della sua tela.  Penelope vive i suoi giorni nell’assenza di Ulisse e nel desiderio di un compimento; ella ricorda e spera.  La sposa di Ulisse non resta inattiva, ma tesse possibilità: nella trama e nell’ordito della sua tela la regina di Itaca intreccia la sua dignità e narra la sua storia. Ella tesse intorno a sé il suo luogo privilegiato, il luogo della sua intangibilità, della realtà presente del suo amore. Lo sguardo che posa su ciò che la circonda inscrive in se stesso il ritorno di Ulisse.  

Cristina Polli



Ringrazio filosofipercaso per la scelta dell'immagine

venerdì 4 aprile 2014

Trascurabili apparenze


A uno sguardo d’insieme
Si confonde nel non detto
La linea della strada
La fila alla cassa
Pensieri sul nastro scorrevole.
Tornare con poco di sé
Da incontri sospesi
E attendere  che l’Altro
Entri nello spazio leggero
Del minimo che siamo  
E dilegui trascurabili apparenze.
Stornare fatiche d’ore
E quello che diciamo
È solo vero. 



Edward Hopper - Sun in a empty room







mercoledì 19 marzo 2014

Cose quotidiane

Traduciamo il giorno
Con dita e respiro
Ripieghiamo bucati
E rileggiamo testi
E quando ci posiamo
Sui nostri sguardi stanchi
Sovente mi richiedi
Qualche prova di immanenza
Quel tutto indiviso
Anelito di amanti
Ricerca di mutuo approdo
Delle nostre derive
E io vorrei che vedessi
La bellezza dell’ora
Che ci congeda dalle cure
E prova per sé
Quel che noi siamo.

Opera di Kawase Hasui



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giovedì 13 marzo 2014

Ci sono giorni senza poesia

Ci sono giorni senza poesia
Ore affannate che
Prendono alla gola
Quei giorni in cui
Invano pensi che voleresti
...on the viewless wings of Poesy...*
E la mancanza sta tutta dietro gli occhi
E nelle cose a parte
che restano vuote
Di un bianco inesorabile
E crudele
Dove gettiamo catrame per illuderci
Che il nostro procedere
Abbia un senso
Che con scoperto artificio
Inganni il cuore.


Edward Hopper - At the window

*John Keats, Ode to a Nightingale